La Nullità della Famiglia del Conte – Capitolo 111 – Spaventoso (4)

La risposta alla domanda di Cale non venne da Pendrick ma da qualcun altro.

  • Umano, so chi è! Vuoi saperlo? È l’Elfo che si trovava dietro quello che ti ha parlato alla locanda! Ricordo tutto perché sono un drago eccezionale e potente!

‘No, so già chi è.’

Cale iniziò a corrucciarsi grazie alla rumorosa e non necessaria spiegazione di Raon.

‘E perché è in quello stato?’

Cale era in ansia a causa della sua reazione. Pendrick sollevò leggermente il cappuccio del mantello. Benché le sue orecchie fossero ancora nascoste, Cale vide la cicatrice a forma di Z vicino ai suoi occhi.

“Signore, ci siamo incontrati alla locanda. Ricordo di aver incrociato lo sguardo con voi.”

Era vero. Cale era trasalito vedendone la cicatrice.

“Capisco.”

Tuttavia, Cale fece finta di niente fino alla fine. Rispose anche nella maniera più breve possibile. Aveva imparato dai propri errori.

‘Non posso dire troppo.’

Finiva con l’essere trascinato in casini peggiori ogni volta che parlava troppo con qualcuno. Diede le spalle a Pendrick e iniziò a muoversi verso la direzione opposta. Si stava dirigendo verso la cima della fossa.

Crumble. Crumble.

Le pietre nere si sgretolarono al suo passaggio. I capelli rossi di Cale venivano mossi dal vento.

‘Smetterà di pensare a me adesso.’

Ovviamente, si sbagliava.

“Signore, avete ottenuto un potere antico?”

Cale non smise di camminare nemmeno quando Pendrick iniziò ad avvicinarsi.

“Sì.”

Rispose, secco.

Pendrick trasalì a quella voce gelida e indifferente. Osservò la schiena dell’uomo che stava camminando via.

Perché era venuto fin lì, nonostante il villaggio fosse in pericolo? Era a causa della sensazione terrificante che aveva percepito dalla lava.

Pendrick era consapevole di essere un Elfo incapace di gestire un Elementale. Le uniche cose che possedevano erano le sue abilità nella guarigione e nel combattimento.

Per qualcuno come lui, quella lava spaventosa era un potere molto allettante. Lo desiderava per aiutare il suo villaggio. Credeva che quel fuoco sarebbe stato in grado di bruciare ciò che per gli Elfi che era veleno.
Tuttavia, i poteri antichi erano qualcosa che richiedevano molta fortuna per essere ottenuti. Si diceva che avessero dei proprietari predestinati.

“Perdonatemi!”

Pendrick iniziò a rincorrere Cale.
Cale trasalì al suono di passi che si facevano sempre più vicini.

‘Perché mi sta seguendo?’

Cale accelerò il passò. Tuttavia, rispose comunque a Pendrick.

“Cosa?”
“Potreste prestarmi la forza del vostro potere antico?”

Cale pensò che non avrebbe dovuto rispondere.
Iniziò a corrucciarsi. Come poteva qualcuno fare una richiesta simile? Voleva sospirare, ma si voltò con ancora la fronte imbronciata.

“Mm…!”

Poi trasalì.
Un Elfo si trovava alle sue spalle. Pendrick aveva abbassato il cappuccio rivelando le sue orecchie da Elfo.

Il romanzo menzionava che le Balene erano così belle da mettere in imbarazzo gli Elfi. Tuttavia, facendo parte del gruppo del protagonista, Pendrick aveva una bellezza diversa rispetto agli altri Elfi.

Era qualcuno che aveva vissuto nella disperazione in quanto Elfo non capace di gestire un Elementale. Tuttavia, aveva ancora uno scopo come guaritore. Nonostante il suo volto fosse pallido, Cale non poteva negare che fosse molto bello.

  • È malato? Sembra molto pallido.

Anche se pallido, non era malato. Ma di sicuro era bello. Cale continuò a fissare l’Elfo, Pendrick. Quello però fece riflettere Pendrick.

‘Non è una persona normale.’

Cale non aveva reagito dopo aver visto un Elfo. Anche se non stava dicendo niente, il suo sguardo sembrava sbrigarlo a dargli una spiegazione.
Visto che aveva iniziato la conversazione, doveva dargli i dettagli.

“Sono un Elfo e vivo nel villaggio elfico.”

Cale trattenne un sospiro. Spostò lo sguardo in un punto lontano mentre Pendrick iniziava a spiegarsi. La sua era una pessima fortuna. Succedeva sempre un casino ogni volta che usciva di casa.

In quel momento, qualcosa che Pendrick disse colse la sua attenzione.

“Un’organizzazione ha invaso il nostro villaggio per cercare di rubare il ramo dell’Albero del Mondo.”
“Cosa? Il villaggio non verrebbe distrutto se il ramo viene rubato?”

Cale era così scioccato che si lasciò scappare quelle parole.

L’Albero del Mondo era un’esistenza leggendaria. Si diceva che la maggior parte dei mondi fantasy fosse supportata da un Albero del Mondo. Non era però un’esistenza così grandiosa.

Tuttavia, esisteva in un luogo speciale e aiutava le creature della natura a vivere in modo pacifico. Gli Elfi, invece, usavano un ramo dell’Albero del Mondo con il suo assenso per poter costruire i propri villaggi.
Era un villaggio creato con l’aiuto degli alberi e della natura. Gli Elfi ci abitavano, e il ramo dell’Albero del Mondo usava la magia illusoria per permetter loro di vivere senza pericolo.

Se il ramo dell’Albero del Mondo fosse scomparso, il villaggio elfico avrebbe cessato di esistere.

“Sì, verrebbe distrutto.”

Pendrick nascose la sorpresa e rispose, calmo. Iniziò poi a osservare Cale più attentamente.
Vi era un motivo se quella persona non era rimasta scioccata dopo averlo visto.

‘Conosce diverse cose sugli Elfi.’

A differenza della maggior parte delle persone con fantasticherie e curiosità sugli Elfi, l’uomo di fronte a lui sapeva qualcosa su di loro e gli Elementali.

“Ecco perché gli Elfi e gli Elementali al momento stanno affrontando quell’organizzazione.”

Cale mantenne la propria espressione mentre lo chiedeva.

“Chi sono?”
“Non ne siamo sicuri. Tuttavia, indossano abiti con una stella bianca e cinque rosse. Non siamo riusciti a scoprirne l’identità, anche dopo aver condotto delle investigazioni.”

‘Che pazzi bastardi.’

Cale non sapeva per quale motivo quell’organizzazione, chiamata Arm o Umm o qualunque fosse il loro nome, stesse facendo tutto ciò.

  • Sono persone terribili! Quei cattivoni devono essere puniti! Vogliono distruggere la casa degli Elfi?! Distruggerò il mondo se la nostra casa viene distrutta!

Cale ignorò Raon e domandò quello che aveva per la testa.

“Allora perché hai bisogno del mio potere antico?”

Voleva sapere in che modo il suo potere fosse coinvolto con la loro battaglia.

Pendrick fece una domanda invece di rispondere a quella di Cale.

“Conoscete qual è la sostanza più velenosa per gli Elfi?”

Cale lo sapeva. Benché non lo volesse, conosceva decisamente la risposta. Sospirò.

Gli Elfi e gli Elfi oscuri non avevano un buon rapporto l’uno con l’altro a causa del mana morto.

“Non so se questo potere di fuoco sarà in grado di bruciare il mana morto.”

Il mana morto era come veleno per gli Elfi.

Ecco perché il Cavaliere Guardiano aveva lasciato il suo Elementale al villaggio quando si era allontanato per investigare. Gli Elementali non erano affetti dal mana morto, quindi erano loro a proteggere al momento il villaggio elfico.

Lo sguardo di Pendrick si fece ancora più pensieroso. Quello era davvero qualcuno che ne sapeva molto sugli Elfi. Era difficile trovare una persona del genere.

“Vorrei testarlo. Per favore, ci aiuti. Stanno spruzzando acqua infusa con mana morto, e anche gli Elementali non riescono a farci niente a riguardo.”
“E perché dovrei aiutarvi?”

Pendrick era senza parole.
Tuttavia, Cale stava pensando a qualcuno in quel momento.

La persona a cui stava pensando era qualcuno sempre sofferente ma che continuava ad andare avanti perché non era un dolore così terribile.
Stava pensando alla negromante, Mary. Visto che aveva intenzione di farla lavorare abbastanza, non sarebbe stato fantastico riuscire a eliminare parte del debito che aveva con lei?

Specialmente se le cose stavano andando in quel modo in ogni caso.

“Quello… vi ricompenseremo per la vostra assistenza.”

Pendrink inciampò nelle sue stesse parole. Cale ribatté.

“Ricompensarmi?”

Pendrick sussultò dopo averlo visto interessato. Cosa avrebbero potuto dare a un umano? Il villaggio elfico era povero rispetto agli standard umani. Non avevano denaro, tesori o gioielli. Tutto quello che avevano era il legno.

“Sissignore, ecco… vede, per la vostra ricompensa…”
“Non ce n’è bisogno.”
“Perdonatemi?”
“È impossibile che degli Elfi che vivono in mezzo alla natura abbiano denaro o gioielli.”

Ovviamente, Pendrick il Guaritore e gli Elementali potevano ancora offrirgli una ricompensa.
Tuttavia, Cale non lo disse ad alta voce. Per quale motivo?

‘Agli Elfi piacciono gli umani che non sono materialistici.’

Gli Elfi erano una specie a cui piaceva essere minimalista.
Cale aveva già preso la sua decisione, specialmente visto che Raon lo stava incoraggiando con veemenza da un po’.

  • Umano, voglio tirare un pugno in faccia a quel lanciere magico!

Visto che il più forte del loro gruppo stava dicendo ciò, cosa avrebbe mai potuto fare Cale? Per di più, Pendrick aveva vissuto fino a quel momento perché Cale aveva distorto la storia. Non voleva che morisse lì. C’era anche qualcosa di cui doveva accertarsi.

“Vi aiuterò.”
“Davvero?”

Pendrick vide l’uomo iniziare a sorridere per la prima volta.

“Non posso mica ignorare qualcuno nei guai.”

Era un tono indifferente, ma Pendrick iniziò a sentirsi grato.
Sapeva che l’uomo di fronte a sé non aveva nessun motivo per aiutarlo. Ecco perché stava reagendo in modo così forte di fronte alla decisione di aiutarli. Pendrick aprì la bocca per parlare, ma l’uomo lo anticipò prima che potesse dire qualcosa.

“In più, quell’organizzazione sembra la stessa di quei delinquenti che ho incontrato tempo fa.”
“Cosa volete dire?”

Cale guardò le altre vette e iniziò a parlare come se stesse rivivendo il passato.

“Una volta sono andato ad aiutare la Tribù della Balena. Avevano dato il mana morto alle sirene per diffondere il loro veleno nell’oceano.”
“Che cosa terribile!”

Stavano cercando di uccidere l’oceano e tutto ciò che conteneva! Pendrick era furioso.

“E hanno cercato di uccidere le persone della capitale del Regno di Roan con delle bombe. Sono riuscito a fatica a impedirlo.”

Pendrick si ricordò improvvisamente di un incidente.
L’incidente terroristico della piazza del Regno di Roan.
Aveva saputo che individui che sembravano far parte della stessa organizzazione avevano tentato simili terribili azioni quando aveva iniziato a investigare.

Aveva anche sentito il nome del nobile che si diceva avesse un potere antico. Raccontavano che lo avesse usato per salvare i cittadini prima di crollare per colpa della fatica. Anche quella persona aveva i capelli rossi.

“…Cale Henituse?”

Pendrick vide che l’uomo aveva ancora un sorriso gentile sul volto.

“Mm? Conosci il mio nome?”

“Ah.”

Pendrick non poté non trattenere il fiato. Quella davvero non era una persona normale.

  • Umano, perché stai sorridendo come quando sei con il Principe ereditario? Stai cercando di truffare qualcuno?

Cale sentì la voce di Raon, ma la ignorò mentre faceva una domanda a Pendrick.

“Dimmi dove si trova il tuo villaggio. Passerò a prendere il mio gruppo e ci dirigeremo direttamente lì.”

Pendrick chinò la testa.

“Vi ringrazio di cuore.”

Vide Cale Henituse, la persona che gli era sembrata molto fredda all’inizio, sorridere gentilmente come se il suo ringraziamento fosse una sufficiente ricompensa per aiutare il villaggio elfico.

Ovviamente, Cale stava sorridendo perché stava pensando a come avrebbe ottenuto il più possibile dagli Elfi.

 

***

 

Rustle, rustle.

Cale sentì le foglie volargli vicino al visto mentre si slanciava in avanti.

Tap, tap.

I gattini, On e Hong, stavano saltando di albero in albero mantenendo il passo con lui.

“Cale-nim.”

Choi Han gli si avvicinò.

Il gruppo di Cale si stava dirigendo verso la valle tra la settima e l’ottava vetta della Montagna dalle Dieci Dita.

“Cosa?”

Choi Han sussultò al tono freddo di Cale. Domandò poi con una voce imbarazzata.

“Dobbiamo vestirci in questo modo?”
“Sì.”
“Potrei chiederne la ragione?”
“Una ragione è nascondere le nostre identità.”

Ron, Beacrox e Lock, che si trovavano dietro di loro, iniziarono a prestare attenzione alla loro conversazione. Cale e Choi Han continuarono a parlare senza rallentare.

“E le altre?”

Choi Han vide Cale sorridere.

“Per infastidirli.”

Choi Han serrò le labbra. Secondo lui, la vera ragione di Cale aveva più a che fare con infastidire Arm che nascondere le loro identità. Choi Han non sbagliava. A Cale non piaceva questa organizzazione segreta che continuava a mettersi in mezzo alla sua vita tranquilla.

  • Umano, devo solo stare lontano in questo modo?

Cale annuì con la testa. Raon stava volando parecchio in alto ma, visto che era un drago, doveva averlo visto annuire.

Cale gli aveva detto di stare lontano dalla portata degli Elementali visto che si stavano dirigendo al villaggio elfico. Tuttavia, Raon era ancora vicino, nel caso in cui qualcosa fosse andato storto.

“Signorino-nim, riesco a vederlo.”

Cale sollevò la testa dopo aver sentito Ron. Qualcosa di strano si profilava davanti a loro.

Clang, clang! Bang!

Riuscivano a sentire il suono di spade che si scontravano tra di loro, così come quello di esplosioni.

“Che strano.”

Cale era d’accordo con quanto appena detto da Lock. La valle tra la settima e l’ottava vetta stava fluttuando, e riuscivano a vedere un luogo diverso lampeggiare tra le fluttuazioni.

Quello era il villaggio elfico.

Cale si sentiva come lui mentre osservava l’entrata del villaggio.

“Che disastro.”

Vi erano Elementali che si erano materializzati in corpi fisici, così come qualche Elfo che stava combattendo contro l’organizzazione segreta.

“Andiamo.”

Cale iniziò a sorridere. Si affrettò velocemente verso il confine del villaggio.

“On.”

La nebbia avvolse il corpo di Cale. Non dovette dire niente a Hong, che iniziò immediatamente a diffondere il veleno nella nebbia. Una nebbia velenosa presto stava proteggendo il suo corpo.

“Farò strada io.”

Beacrox indossò un guanto bianco facendosi avanti. Choi Han si trovava già davanti a lui.

“Signorino-nim, vi seguirò in silenzio.”

Cale vide Ron sparire lentamente nella foresta senza fare nessun rumore.

Clang!

Cale si voltò dopo aver sentito un rumore, solo per vedere che gli artigli di Lock erano cresciuti. Lock sorrise impacciato, come se si sentisse in imbarazzo. Era ancora molto timido.

Cale tornò a guardare di fronte a sé mentre si avvicinava al rumoroso villaggio elfico.

Baaaang!
Ugh!
Screeeeech-

Dalle urla degli umani, degli animali, Elfi ed Elementali, sembrava un vero casino. Gli individui forti tra gli abitanti del villaggio elfico smisero improvvisamente di muoversi. Tutti i loro sguardi si diressero verso la settima vetta.
Videro delle persone dirigersi verso di loro molto velocemente da lì.

“A-Altri nemici?!”

Uno degli Elfi urlò, incredulo. Tuttavia, trasalì.

Aaaaaah!

Una delle braccia di uno dei nemici era sparito. La persona che l’aveva tranciata non era altro che una di quelle in cima al nuovo gruppo che pensava fossero nemici.

“…Uh?”

Lo vide chiaramente non appena si avvicinarono.

“Chi… Chi sei?!”

Urlò uno dei nemici. Avevano uniformi nere con cinque stelle rosse e una singola bianca. Alcuni dei nemici iniziarono a gridare, esterrefatti.
Gli elfi si accorsero che avevano la stessa uniforme dei nemici, ma erano di pessima fattura.
Gli individui che indossavano le uniformi con le stelle che sembravano essere state cucite da un principiante si avvicinarono velocemente.

“Hyung-nim! Sono loro!”
“Pendrick! Cosa hai detto? Loro?”

Gli occhi dell’Elfo si spalancarono a quelle parole.
In quel momento, Cale arrivò al campo di battaglia con Choi Han e Beacrox di fronte a sé. Vide un volto familiare.
Choi Han, che era davanti, iniziò a parlare.

“Non si arrabbieranno?”

Il gruppo di Cale stava fingendo di essere un’organizzazione segreta, così come avevano fatto sull’isola di Hais. Cale rispose, tranquillo.

“Voglio che si arrabbino. Non sarebbe fantastico?”
“Decisamente.”

Cale ascoltò la risposta di Choi Han mentre osservava l’ormai familiare lanciere magico. Era lo stesso che aveva pensato che sarebbe riuscito a scappare dall’isola di Hais senza pericolo, ma che era stato alla fine ferito dalla freccia di mana di Raon.

“Ah!”

Il lanciere magico, che aveva una lancia tra le mani, esclamò sorpreso. Guardò verso le persone che lo avevano costretto a fuggire dall’isola di Hais prima di sospirare e iniziare a parlare.

“Mi stanno facendo impazzire.”

Sentire un cattivo dire qualcosa del genere fece sorridere Cale.

 

 

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